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231 il nuovo i tomo del regolamento d’esercizi, ecc.

esplicitamente che, sempre quando è possibile, le redini sieno impugnate una o due per mano». No, sempre nella mano sinistra. Perchè guardando allo scopo ultimo, che è l’usar l’armi contro il nemico, le due funzioni delle mani sono, per la sinistra l’indirizzare e tenere in freno, per la destra far vigoria, esser pugnace. Educate quindi la destra a la indipendenza e solo in terreni difficili, affrontando ostacoli, venga all’altra in aiuto. Ma se voi questa sua tendenza snaturate, farete che anche colle armi in pugno, al minimo esitare del cavallo, nell’andar scomposto su terreno disuguale, o nel mutare direzione, sempre la destra correrà a le redini. Il bisogno fugace non sarà più la eccezione per distogliere la destra da ciò che deve, anzi la regola. Però negli esercizi in briglia nella cavallerizza, sarà opportuno concedere che la mano destra concorra con la sinistra a guidare il cavallo. Lo spazio è breve, si muta ad ogni momento di direzione, ed il farlo per virtù sola della mano sinistra non è facile; ed essendo difficile pare che opportunamente sia da impiegare la mano destra che è lì inerte poggiata su la coscia. Una eccezione dunque da mettere dentro la parentesi che racchiude il «percorrendo terreno difficile, affrontando ostacoli». Si includa «e nella cavallerizza, nei primi esercizi per guidare in briglia, ed interpolatamente poi».

La abolizione del morso è voto ardentissimo del Caprilli. Non è il solo che lo formi. Se ne scrisse, se ne è parlato, e se ne parla. Quando sui giornali illustrati inglesi, così precisi nel riprodurre i particolari di ciò che forma soggetto di disegni, ho veduto rappresentato a cavallo il cubano Maceco ed il boero Cronje, quest’ultimo di fronte a sir Robert, molte riflessioni mi destarono le maniere della imbrigliatura. Il Maceco ed il Cronje tenevano nella sinistra due redini che facevano capo ad un morsetto snodato. A quanti pericoli sono corsi incontro, a quanti sono sfuggiti con quei loro cavalli così guidati, e su quali terreni hanno galoppato, ed erte ascese, e per pendii scivolati, e subite fermate, e via di botto a distesa. L’altro, il generalissimo, su di un cavallo poderoso, poderosamente immorsato, reggente quattro redini, quelle del filetto passato per gli anelli della martingala. Ma egli pure ha galoppato incontro al nemico, e la sua cavalleria, che userà briglie e immorsatura a somiglianza della usata da lui, ha raccolto degli allori, forse, al paragone delle altre armi, i maggiori. Dunque? Gli orientali che stanno molto a cavallo, e fanno fantasia, cioè sembra assoggettino il cavallo a piegarsi a ciò che detta loro una pazzesca eccitazione, li tengono duramente immorsati. Il cavallo da guerra per cui non pre-