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il passato, il presente e l’avvenire, ecc. 379

cavallo per arrivare più presto sul campo di battaglia, ove giunti si appiedavano per combattere.

In allora i cavalli portavano gli zoccoli sferrati, quindi erano inetti a lunghe e faticose marcie. Più tardi con la ferratura ai piedi, il cavallo divenne un attivo strumento di guerra.

Sotto l’Impero Romano si diffuse la passione pel cavallo e venne in grande onore l’equitazione. Vi furono le corse nei circhi ad imitazione dei giuochi olimpici e l’Italia possedeva cavalli celebrati in tutto il mondo.

Ma per trovare delle prove storiche sull’allevamento del cavallo, bisogna arrivare fino a Carlo Magno, dove le ingenti masse di cavalieri coperti di ferro e le guerre incessanti combattute coll’ausilio della cavalleria, svilupparono l’allevamento di cavalli, alti e robusti capaci di portare le pesanti armature.

Alcune provincie furono rinomate per l’allevamento equino e furono famose alcune razze di Principi Italiani.

Napoletani — Il Reame di Napoli in quei tempi era fiorente di cavalli idonei ad ogni servizio e Carlo V Imperatore avendo ottima conoscenza e pratica di tutte le razze di cavalli e di tutte le arti cavalleresche, sempre elesse per servizio di sua persona i cavalli napoletani, perchè erano eccellenti in ogni genere di servizio e di mirabile bellezza.

La cavalleria dell’esercito napoletano era composta di ottimi cavalli indigeni pregiati anche all’estero e nella stessa Inghilterra.

In tempi non tanto lontani, esisteva ancora a Persano una mandria regia che produceva ottimi cavalli, ma venne soppressa dal Governo italiano e sostituita da un Deposito d’allevamento pulledri per l’esercito.

Siciliani — In Sicilia fioriva un tempo una bella razza di cavalli, di cui solevano far pompa i Re di Siracusa, essendo detti cavalli quasi simili a quelli napoletani, anzi con maggiore disposizione al servizio di sella per la leggerezza delle forme e per velocità.

Si narra che i cavalli di Agrigento si mandavano a correre in Grecia e spesso ne tornavano vincitori. Si narra eziandio che essendo venute meno le razze dei cavalli in Cappadocia, le risto-