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ii - leonardo del guallacca 141

piò puro ch’oro matto,
a quei e’ ha nom di Gallo;
se Dio di mal tragàllo,
60non crea a vista né ad atto.
Qual om è d’amor preso,
arivat’è a mai porto,
alor non è in sua bàglia.
Dal tersolett’ho apreso,
65a sua guisa mi porto.
S’alcuna mi si bàglia,
prendo del su’ mistero
quello che m’è mistero,
e per altro non l’amo;
70per vista che me faccia,
né per beltà di faccia,
piò non abocco a l’amo.