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cani, uccelli. Ragazzi vestiti da Pulcinelta percorrono le strade a schiere, fischiando a squarciagola. Il chiasso è indicibile; tutti fischiano, fanno rumore, ed anche persone serie cedono all’esempio, e le si vedono desse pure col fischietto alla bocca. Si direbbe una radunanza di gatti arrabiati. Strano a dirsi! Quello stesso impulso che spinge talvolta gli uomini a dissimulare la loro fisionomia dietro ad una maschera, li porta quivi a fischiare, a gridare, a far chiasso, e chi fosse ingrugnito, e volesse tentare opporvisi potrebbe aversene a dolere.

Siamo intanto arrivati al teatro S. Apollinare. Questo secondo teatro di fantocci, il quale ebbe dapprima il nome di teatro Fiando, e che nei tempi dell’ultima republica romana ebbe rinomanza per la figura satirica di Cassandrino, la quale attualmente fu sostituita da quella, politicamente innocente di Pulcinella, è come abbiamo di già notato un teatro di fantocci inciviliti. I fantocci recitano qui davanti ad un pubblico decente, sopra una scena piccola, ma molto convenientemente disposta, con buone pitture, e con tutto quanto occorre ad una accurata rappresentazione. Gli spettatori possono prendere posto nella piccola sala alla platea, od al palchettone. Si pagano tre baiocchi i posti nella prima, cinque nel palchettone, e questi prezzi non consentono l’ingresso alle classi inferiori. Gli spettatori appartengono al ceto medio, ed anche a quello distinto, che non rifugge dal procurarsi talvolta il piacere di una recita di fantocci. Il proscenio è bene illuminato, vi ha una piccola orchestra, la quale eseguisce pezzi di musica fra un atto e l’altro, ed il sipario è nuovo ed elegante. Si recitano ivi pure drammi romantici, come quello conosciutissimo del Volfango fiero, ma i personaggi sono vestiti pulitamente e con eleganza; i cavalieri portano belle armature, le dame abiti di seta e di velluto; ma per lo più vi si recita la commedia in abito nero e guanti gialli, drammi famigliari, farse, commedie d’intrigo, nelle quali talvolta si fanno figurare ricchi inglesi. Il Pulcinella vi è abbigliato come il suo confratello del teatro Montanara, e