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L'Anarchismo non è una teoria nuova. Il termine medesimo «anarchia», nel senso di assenza di governo, società senza capi, è assai antico ed era adoperato molto tempo prima di Proudhon.

Del resto, la parola che importa? Vi furono gli «acrati» prima degli anarchici; e gli acrati non avevano ancora trovato il proprio nome scientifico, che già innumerevoli generazioni si succedettero l'un l'altra. In tutti i tempi vi sono stati uomini spregiudicati, disprezzanti ogni idea di legge, individui che vissero senza padroni in virtù del loro naturale diritto all’esistenza ed al pensiero.

Fin nelle epoche più remote rinveniamo notizie di tribù che vissero all'infuori di ogni legge confezionata dagli uomini, sene altra regola alla loro condotta che la propria volontà e discernimento, come direbbe Rabelais, e spinte anche dal desiderio di creare una fede profonda, al pari dei pii cavalieri e delle dame gentili che s’erano adunati nella abbadia di Theleme.

Ma pur essendo l'anarchia antica così quasi come l'umanità stessa, i seguaci odierni di questa idea insegnano ciò nullameno sempre qualche cosa di nuovo. Essi hanno una concezione precisa di ciò che si propongono di raggiungere, e da un capo all’altro del mondo sono all’unisono col loro ideale, nel negare ogni forma di governo. Il sogno di una libertà universale, ha finito di essere una mera utopia filosofica e letteraria, come era il caso dei sognatori della Città del Sole e della Nuova Gerusalemme; bensì è divenuto l'aspirazione attiva, nella vivente realtà, di una moltitudine di uomini compatti che uniti collaborano risolutamente alla fondazione d’una società, in cui non ci saranno nè padroni, nè conservatori ufficiali della moralità pubblica, nè carceri, nè carnefici, nè ricchi, nè poveri, ma solo degli uguali di diritto, tutti fratelli a nessuno dei quali manchi la sua parte di pane quotidiano e che vivranno in pace ed armonia fra loro, non per obbedienza alla legge che è accompagnata sempre da minacce e da pene, ma per il reciproco rispetto degli interessi e la scientifica osservanza delle leggi naturali.

Senza dubbio questo ideale sembra chimerico a molti di voi, ma son sicuro anche se vi parrà desiderabile; che anche voi, cioè, avrete qualche volta pensato, sia pure alla lontana, ad una società pacifica, in cui gli uomiui, riconciliati alfine, lasceranno arruginire le spade, fonderanno i cannoni e disarmeranno le navi da guerra. Del resto, non siete voi quelli che da lungo tempo, da migliaia di anni come dite, lavorano a costruire il tempio della uguaglianza?

Voi siete liberi muratori1 al solo scopo di fabbricare un edificio di perfette proporzioni in cui non possano entrare che uomini liberi uguali e

  1. Questo lavoro doveva essere il testo di una conferenza da farsi in una loggia massonica.