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fiaccole, quella della poesia e quella della verità; e che il gran cuore italiano batte da un capo all’altro de’ suoi canti generosi.»

Si persuada il professor Carducci che tutti non pensano come lui; e il giudizio di Vittorio Hugo può valere, nevvero? a bilanciare quello del professor Carducci. Del rimanente se il Lucifero destò tanto romore, non sarà stato punto per cagione dell’arcadia e del frugonianismo. Nessuno, poi, neppure i Tedeschi dei quali il prof. Carducci pone i sacri pareri in capo ai suoi volumi, nessuno ha negato franchezza, fedeltà ed eleganza evidente alle traduzioni del Rapisardi.

Pensi come gli piace il prof. Carducci; ma non protesti, via, per la giustizia della sua causa; tanto più che certe spiritosità di cattivo gusto, oggi come oggi, fanno proprio l’effetto della birra inacetita nel bel paese dove i ventisette milioni d’italiani, compresi i lattanti, hanno tutti imparato a rimasticare i motti del Figaro e a scivolare sulle barzellette di Yorick.

Il Rapisardi è un cattivo soggetto, dice il prof. Carducci. O perchè? Perchè ha oltraggia-