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core di partito, per dir bene del tale e male del tal altro, schizzante fiele da ogni periodo e denotante una gran verità «che i nostri giovani hanno minor cuore dei vecchi.»

Troppo spesso il Signor Lodi non critica, ma offende, e ciò non parmi ben fatto.

Come puó egli chiamare il Rapisardi un cattivo soggetto sia pure ripetendo le parole di un terzo, del Prof. Carducci?

Io posso ammettere che il Carducci serbi del rancore verso Mario Rapisardi e si dolga di lui con amare parole; ma perchè e a che cosa entra nella deplorevole lite il Signor Luigi Lodi?

Che motivo ha egli a sparlare così del Rapisardi, quando il Rapisardi mai non s’è occupato di lui, signor Lodi, e mai al mondo lo ha conosciuto?

Del resto poi, creda il signor Lodi, non si demolisce tanto facilmente chi si chiama Mario Rapisardi e s’è, come lui, inciso il proprio nome su lavori che rimarranno.

Si potrà non trovar buona la idea animatrice del suo Lucifero, ma non trovar brutta la forma che lo riveste.

Si potrà dire che, come poema, sia slegato