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del Lucifero, che non so con quanto rispetto a sè stesso, ei volle credere allusivi alla sua persona. I suoi giudizj sul conto mio son dunque fatti col fegato e scritti con la bile; e se quelli che trincia con ammirabile sicumèra sui miei poemi possono avere il merito singolare di farmi ridere, quelli che avventa sulla mia condotta, provano, tutt’al più, che i suoi meschini risentimenti lo spingono qualche volta a svillaneggiare chi lo disprezza.

Nell’uno e nell’altro caso, dichiarando che non ho tempo da perdere in simili guerriciole, a me giova ripetere col vecchio Eschilo, che

                                             i vituperi
          Di nemici a nemico onta non fanno.

Con perfetta osservanza mi credano

Obbligatissimo

Mario Rapisardi.