Pagina:Rapisardi e Carducci - Polemica, Catania, Giannotta, 1881.pdf/46


Lo studente Maiorana rendendosi interprete dei sentimenti di tutti i giovani, prese la parola dicendo: Che le ingiurie volgari di alcuni pigmei non possono certo preoccupare l’animo dello illustre poeta; ma che i giovani sentono il dovere di protestare contro questi assalti virulenti; ed essi si chiamerebbero fortunati se potessero difendere con qualunque mezzo l’illustre Poeta.

Al che il Rapisardi ringraziando i giovani, rispose, ch’egli poco si cura dei suoi calunniatori, e che come alle invettive contro il Lucifero rispose con la traduzione del Lucrezio, risponderà col nuovo poema Giobbe agli attuali ignobili offensori.

La sua voce fu coperta da un solo unanime grido, che erompeva dal petto di più che duecento giovani: Viva Rapisardi! Abbasso i suoi calunniatori!

Terminata la lezione ricominciarono gli applausi, e il poeta fu accompagnato fino al Gabinetto di Lettura, ove separandosi raccomandò agli studenti moderazione, perchè disse: I miei nemici per farsi ragione hanno bisogno delle offese e delle ingiurie; a noi basta la calma e la verità.