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Che miseria di mezzi per mostrare di aver molto letto, ammesso che la lettura dell’Ariosto costituisse tutto questo gran che.

«Siamo giusti ed abbiamo coraggio» esclama il signor Lodi a pag. 84, «su tutta la faccia del globo ci stanno dei cretini, ma in nessun angolo di tal faccia come in quello che chiamano Italia, ce ne stan tanti che facciano i giornalisti.»

Egregiamente: però mi usi la cortesia di aggiungervi anche i critici come Lei. E si ricordi che il Carducci, per la canaglia che perpetra strofe implorava un po’ di Melikoff, non so cosa implorerebbe per quella che perpetra critica.

E qui, lettori miei, vi sospendo l’incomodo, e chiedovi perdono se, avendovi presentato il signor Lodi, stimato in questo mare magno, che si appella repubblica letteraria, come un pesce grosso, vi ho tenuto per buona pezza in conversazione con lui.

E se qualcuno di voi si diletta di schizzare o a matita, o a penna, o a carbone anche, per carità mi faccia lo schizzo di questo signor Lodi, altronde oggi è tempo di schizzomania, e più