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«Intanto io vo scrivendo della cattiva prosa, e vi annoio, e forse anche parrà ch’io stia preparando una sciocchezza sfacciata.»

Anche qui il lettore cortese risponderà per convenienza: Ma le pare? il suo libro è un capolavoro; dell’istesso modo ad una signorina romantica, la quale mi dicesse con rimpianto: forse le sembro brutta! io risponderei: cosa dice? Lei è un capolavoro della natura; i suoi occhi, il suo naso. . . e non andrei al di là del naso. Ma al sig. Lodi rispondo così: Tolga quel forse amletiano, tolga quel parrà; è tanto certo che il suo libro è noioso, stucchevole, sciocco, sfacciato, che non si pensa a dubitarne.

Altro che cattiva prosa! Prosa sciatta, sconclusionata, imparaticcia, della quale oramai abbiamo colme le tasche, prosa al cui confronto quella dell’Ostrogota Psiche, come Ella si compiace appellarla, è oro fino; prosa che si vomita tuttodì nei giornali, nei circoli accademici e in certi volumi elzeviriani in barba al buon senso e al buon gusto.

Il Carducci satireggia troppo crudamente la prosa borghese di Paulo Fambri e d’Edmondo