![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
olezzanti nelle pianure incantate dell’Etna. Gentile e malinconico come una fanciulla, fiero come un isolano della montagna,> ribelle come il suo Lucifero, solitario come uno scoglio in mezzo all’Oceano, egli passa disdegnoso, ed ama, e lavora, e canta.
E se qualche scrofoloso itterico intelletto sotto le spoglie bugiarde della critica tenta sfrondare l’alloro che cinge la sua fronte di poeta, allora egli o tace alteramente, o flagella collo staffile aristofaneo quell’Aristarco da balia, che,
Picciol Nembrottin di calza fatto,
Ogni lingua.... sa fuor che la propria,
E, perchè gonfie entrambe ha le parotidi
Tien che de l’arte a un tempo e de la critica
Gli diè Natura il gemino bernoccolo.
Ma lasciamo il solitario vate di Catania nella invidiata pace delle sue montagne e dei suoi studii, e torniamo al signor Lodi.
Notaste, lettori, la leggera noncuranza, colla quale il signor Lodi accenna all’Aleardi e al Prati? notaste come lui nemmeno si vuol dare la pena di mentovarli? Eppure il Carducci ebbe a scrivere poco tempo addietro, che nell’Arman-