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signori, quella è lirica civile, che canta i martiri, la gloria, la patria; animosa, ribelle, calda d’entusiasmo battagliero; quella precisamente, che, colle sue strofe alate fa l’apoteosi del caporale Barsanti, e di quei tali soggetti, che Lei assevera, con certezza assoluta, non essere stati nemmanco galantuomini. E, di grazia, a che ci siamo, mi saprebbe dire chi siano questi altri soggetti? Monti e Tognetti forse? badi che li canta anche il Carducci. Ad ogni modo dica, chè lo apprender cose nuove ci può sempre giovare.

Ma credete voi che il buon Lodi l’abbia terminato con la lirica civile e con Cavallotti? oibò! adesso è l’ora di montare in cattedra, aggiustarsi la cravatta, ravviarsi i capelli all’indietro, volgere intorno lo sguardo scintillante di solennità, gonfiare le parotidi come un ranocchio e percuotere l’aria con una di quelle sentenze tanto magniloquenti quanto vuote di significato. E questo fa il signor Lodi, e sentite come: «C’è da fare qualche cosa di meglio fra noi che scaldare la testa ai ragazzi con dei martiri e dei martirii d’immaginazione e di