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d’ossa elefantine di varie grandezze d’ordinario penetrate dallo spato, o dal quarzo, a cui trovasi unita della sostanza ferrigna, come l’indicano le superbe dendriti, che in esse si riscontrano.

Devo ancor dirvi, che osservai appese sopra una delle porte laterali del Duomo d’Arezzo due bellissime difese elefantine. Due gran femori elefantini gli vidi nella bella raccolta dell’Accademia di Cortona ritrovate, per quello mi fu detto, in quelle adjacenze, e nella nostra antica Chiesa, detta la Madonna di Fontegiusta, vi è appesa una gran scapola egualmente elefantina.

Accordatemi di grazia breve digressione per rammemorarvi, che è comune opinione, che questo eccessivo numero d’ossa fossili elefantine, che si trovano nel Valdarno siano un residuo di quegli Elefanti, che Annibale condusse in Italia. Polibio per altro nelle sue Istorie afferma, che Annibale passasse le paludi montato sopra un Elefante, che solo gli era rimasto, o queste paludi fossero in Toscana, come pretendono molti Istorici, oppure tra Modena, e Bologna, conforme pretende provare il Cav. Lorenzo Guazzesi nelle osservazioni istoriche intorno ad alcuni fatti di Annibale.

Non sembra dunque verisimile, che gli Elefanti condotti in Italia dal Capitano Cartaginese morissero tutti nel Valdarno, e che la quantità dei loro ossamenti, che vi si trova, ne siano un avanzo.

Ma tornando al nostro proposito ditemi di grazia; non tenete ancor voi per certo, che molti vegetabili indigeni di paesi oltramontani, e oltremarini si trovino petrificati nelle nostre campagne? Sapete bene, che i Sigg. Luid, e Wodvard fecero su ciò molto onore all’Inghilterra per la scoperta fatta di varie piante straniere impresse in più, e diverse pietre. Quelle trovate da M. Mill in Sassonia delineate in egual sorta di pietra gli furon pure di molta gloria. Lo Scheuzzero ha resa celebre l’Elvezia per il prodigioso numero di vegetabili stranieri, trovati espressi in varie pietre. Il Celebre Ferdinando Bassi non ci annunziò egli pure una pietra, sulla quale vedesi espressa una foglia d’esteri paesi, conosciuta dal Rumfio col nome di Quercus Molucca?

Finalmente da M. de Jussieu fu trovata nel Lionese una quantità di piante espresse in varie pietre, ed in più pezzi di carbon fossile, alle quali non fu possibile di trovarne una, che si uniformasse tra quelle indigene di detta regione. Soltanto alcune Usnee, varii Polipodj, Adjanti, Lingue cervine, delle Lonchiti, delle Osmunde si accostavano a quelle, che si hanno dalle Isole dell’America scoperte dal P. Plumier, e Sloane, ed a quelle spedite dall’Indie orientali agl’inglesi coltivate dal Pluknet in diversi giardini.

Che dirò adesso delle straniere produzioni marine, che tuttora troviamo per le nostre campagne?


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