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non finisse per appurare la vera ragione della mia permanenza in Roma e la doppia esistenza che io vi menava. E la vita artistica assieme alla cosidetta «vita di società», che ora si direbbe «mondana», io conduceva con molta ostentazione. Specialmente io mi facevo assai vedere in compagnia di forestieri, inglesi sopratutto. Di questi ne convennero non pochi a Roma, appunto nell’inverno 1866-67. A quest’epoca rimonta l’inizio di un’altra molto cara amicizia, che da circa trent’anni dura tuttora cordialissima, l’amicizia mia con William Blake Richmond, pittore, che si è, con tanto merito, conquistato un molto alto posto nell’Arte Britannica contemporanea. Anche questa amicizia io debbo, come tanti altri benefici della mia vita, a Federico Leighton.

Richmond era a quell’epoca ancor giovine, avea seco la moglie da poco sposata ed il suo primo bambino appena slattato. Bella e nobile natura di artista e di uomo, pieno di viva ammirazione per l’Italia e la grande sua Arte. Come tanti altri eletti suoi connazionali di quell’epoca, egli dell’Italia non amava solo le bellezze naturali e gli splendori dell’Arte Antica; ma era caldo, pure, per i nostri sforzi per completarne l’unità, per liberar Roma.

Come si vede molte ragioni accostavano Richmond e me; e, dato anche il carattere aperto e l’umore allegro di lui, subito simpatizzammo e non mettemmo molto a diventare amici. Egli si era stabilito in Roma per non breve dimora; ci rimase, infatti, più di due anni ed avea preso casa prossima al mio studio. Molto, così, stavamo assieme; ed, anche, non poco assieme lavorammo sia in campagna sia nel mio studio. Egli prese molto interesse a quanto io, da molti anni, andavo studiando e sperimentando intorno alla preparazione dei quadri, sì di figura che di paese. l quali studi con Federico Leighton avevamo condotto con molta perseveranza anche sugli esempi dei pittori antichi. Ricerche tecniche che alcuni anni più tardi noi concludevamo, con Leighton, stabilendo definitivamente il metodo di tecnica pittorica che noi credevamo il migliore.