57 Ed ebbe tanto mezzo coll’ostiere,
Dove e’ si son più giorni riposati,
Che gli faceva del balsimo avere;
Ed ha tutti i suoi membri imbalsimati;
E fecelo segreto a quel tenere,
E diègli al modo lor cento ducati;
Tanto ch’a luogo e tempo e’ lo mandoe
A Babillona, e quivi l’onoroe.
58 E’ si chiamava Monaca, ove è il porto
Dove Orlando e costoro alcun dì stanno;
E l’oste dice: Per un che fu morto,
Vedi che qui grande armate si fanno:
In verità che gli fu fatto torto;
Ma penso le vendette si faranno:
Lo ’mperador di Mezza è qua signore,
E veste il popol nero per suo amore.
59 Un suo figliuol, chiamato Mariotto,
Era andato in aiuto del Soldano;
E come a Babillona fu condotto,
L’uccise Spinellone un gran Pagano,
E fassi per costui tanto corrotto:
Vero è che ’l gran signor di Montalbano
V’era, ed Orlando, ed altri di sua setta,
E sopra questi si cerca vendetta.
60 Mentre che l’oste così ragionava
Vi capitò colui che fa l’armata,
Can di Gattaia un giovan si chiamava,
E domandò chi sia questa brigata:
Orlando disse a Can, che domandava,
Ch’eran di Persia e gente disperata,
Ch’amico non conoscon nè compagno,
Ma van cercando ventura e guadagno.
61 Diceva Can: Quanto soldo volete?
Disse Rinaldo: Per cento baroni
Ognun di noi, se contento sarete.
Rispose Can: Per cento gran poltroni:
Per Dio, che ’l soldo che voi mi chiedete,
Che mi parete cinque mascalzoni,
Sarebbe troppo a Rinaldo ed al conte,
Che sono il fior del sangue di Chiarmonte.