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94 il morgante maggiore.

57 Ed ebbe tanto mezzo coll’ostiere,
     Dove e’ si son più giorni riposati,
     Che gli faceva del balsimo avere;
     Ed ha tutti i suoi membri imbalsimati;
     E fecelo segreto a quel tenere,
     E diègli al modo lor cento ducati;
     Tanto ch’a luogo e tempo e’ lo mandoe
     A Babillona, e quivi l’onoroe.

58 E’ si chiamava Monaca, ove è il porto
     Dove Orlando e costoro alcun dì stanno;
     E l’oste dice: Per un che fu morto,
     Vedi che qui grande armate si fanno:
     In verità che gli fu fatto torto;
     Ma penso le vendette si faranno:
     Lo ’mperador di Mezza è qua signore,
     E veste il popol nero per suo amore.

59 Un suo figliuol, chiamato Mariotto,
     Era andato in aiuto del Soldano;
     E come a Babillona fu condotto,
     L’uccise Spinellone un gran Pagano,
     E fassi per costui tanto corrotto:
     Vero è che ’l gran signor di Montalbano
     V’era, ed Orlando, ed altri di sua setta,
     E sopra questi si cerca vendetta.

60 Mentre che l’oste così ragionava
     Vi capitò colui che fa l’armata,
     Can di Gattaia un giovan si chiamava,
     E domandò chi sia questa brigata:
     Orlando disse a Can, che domandava,
     Ch’eran di Persia e gente disperata,
     Ch’amico non conoscon nè compagno,
     Ma van cercando ventura e guadagno.

61 Diceva Can: Quanto soldo volete?
     Disse Rinaldo: Per cento baroni
     Ognun di noi, se contento sarete.
     Rispose Can: Per cento gran poltroni:
     Per Dio, che ’l soldo che voi mi chiedete,
     Che mi parete cinque mascalzoni,
     Sarebbe troppo a Rinaldo ed al conte,
     Che sono il fior del sangue di Chiarmonte.