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canto ventesimo. 91

42 Non vi fu marinar, nè ignun, ch’ardisse
     Volger verso Rinaldo sol la faccia;
     E per paura il mar parve ubbidisse,
     Perchè in un tratto si fece bonaccia:
     Morgante a prua dal trinchetto si misse,
     E fece come antenna delle braccia,
     Ed appiccovvi la spazzacovert,;10
     Ed è sì forte che la tiene aperta.

43 Greco ridea quando e’ vedeva questo,
     E tosto inverso la prua se ne venne,
     Ed acconciò se nulla v’è di resto;
     E dice: Qui non bisogna altre antenne
     E forse tu non fai il servigio lesto?
     Nè anco Orlando le risa sostenne,
     E dice: Porti chi vuol per rispetto,
     Chè ci è l’antenna e l’arbor del trinchetto.

44 Dove è Morgante, non si può perire.
     Morgante tanto la vela portoe,
     E ’l vento è buono, che volea servire;
     Che finalmente la nave guidoe,
     Tanto che ’l porto comincia apparire;
     Vero è ch’alcuna volta si posoe;
     E son tutti condotti a salvamento,
     Perch’era poco mare, e fresco vento.

45 Ma la fortuna che è troppo invidiosa,
     Fece che mentre che Morgante mena
     A salvamento il legno ed ogni cosa,
     Subito si scoperse una balena;
     E vien verso la nave furiosa,
     E cominciò a levarla con la schiena:
     E finalmente l’are’ traboccata,
     Se non l’avessi Morgante ammazzata.

46 Eravi alcun che bombarde gli scocca,
     Ma non potevon da lei ripararsi.
     Greco diceva: La nave trabocca,
     E credo che’ rimedi sieno scarsi.
     E pur la bestia una scossa raccocca,
     Tanto che più non sapevon che farsi,
     Perchè la nave levava su alta;
     Se non ch’addosso Morgante gli salta.