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6 il morgante maggiore.

24 Il re Gostanzo disse: Or m’intendete,
     Se voi volete adorar Macometto,
     Della prigione scampati sarete;
     Se non, che domattina, io vi prometto,
     Ch’al vento insieme de’ calci darete.
     Rispose alle parole Ricciardetto:
     Se ci darà pur morte il Soldan vostro,
     Contenti siam morir pel Signor nostro.

25 E se ci fussi il mio caro fratello
     Rinaldo, non saremo a questo porto,
     O ’l conte Orlando ch’è cugino a quello;
     Ma spero, poi ch’ognun di noi fia morto,
     Contro a questo crudel signore e fello
     Vendicheranno ancor sì fatto torto;
     E piangeranne Babillona tutta,
     Chè so per le lor man sarà distrutta.

26 Ma ben mi duol, che innanzi al mio morire
     Non vegga il mio fratello e ’l cugin mio;
     E tuttavolta me gli par sentire,
     Come forse spirato dal mio Dio.
     Orlando non potè più sofferire,
     Chè d’abbracciargli avea troppo disio:
     E mentre che ciò dice Ricciardetto,
     Alzava la visiera dell’elmetto.

27 E disse: Tu di’il ver ch’egli è qui presso
     Orlando, che non t’ha mai abbandonato.
     Ulivier guarda, e dice: Egli è pur desso!
     E Ricciardetto l’ha raffigurato;
     Subito il braccio al collo gli ebbe messo,
     Ed Ulivieri abbraccia il car cognato.
     Per tenerezza gran pianto facevano,
     E Spinellone e ’l re con lor piangevano.

28 Poi molte cose insieme ragionaro:
     Orlando disse, ignun non dubitassi,
     Ch’a ogni cosa ordinato ha riparo:
     Ch’ognun di buona voglia si posassi:
     E così insieme al Soldan riportaro
     Le chiavi, che sospetto non pigliassi,
     E ringraziorno la sua signoria
     Della sua gentilezza e cortesia.