Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/57

54 il morgante maggiore.

47 Gran festa ne facea quella fanciulla;
     Ma in questo tempo che Beltramo è morto,
     Morgante con colui non si trastulla,
     Chè vendicar volea del drago il torto;
     Ma d’atterrarlo ancor non era nulla,
     Quantunque molto si fussi scontorto;
     E tanto a una balza s’appressorno,
     Che insieme giù per quella rovinorno.

48 E si sentiva un romore, un fracasso,
     Insin che son caduti in un burrone,
     Come quando de’ monti cade in basso
     Qualche rovina o qualche gran cantone:
     Non vi rimase nè sterpo nè sasso
     Dove passò questo gran fastellone,
     Che rimondorno insino alle vermene,
     E dettono un gran picchio delle schiene.

49 Non si fermoron, che toccorno fondo;
     Ma Morgante disopra rimanea:
     Dette del capo in su ’n sasso tondo
     Tanto Sperante, che morto il vedea;
     Poi si tornò su pel bosco rimondo,
     E con Margutte gran festa facea,
     Dicendo: Io non pensai, Margutte mio,
     Trovarti vivo, ond’io ne lodo Iddio.

50 Noi siam qua rovinati in una valle,
     Tal ch’io credetti lasciar le cervella.
     E tutto il capo ho percosso e le spalle;
     Poi si rivolse a quella damigella,
     Ch’avea le guance ancor palide e gialle,
     Però che in dubbio e sospesa era quella,
     Che non sapeva che morto è Sperante,
     Se non che presto gliel dicea Morgante.

51 Non dubitar, non ti doler più omai,
     Rallégrati, fanciulla, e datti pace:
     Con le mie mani il gigante spacciai,
     Rimaso è morto alle fiere rapace,
     E presto al padre tuo ritornerai,
     Chè libera se’ or come ti piace:
     Ed ha pur luogo avuto la giustizia.
     E tutti insieme facean gran letizia.