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436 il morgante maggiore.—canto ventesimottavo.

pianelle, colle quali si cammina sul ghiaccio.

24. aguglia. Pertica da scandagliare.

26. D’un zucchero. È tutto allegro, e s’è tratto fuor della mente ogni pensiero.

40 in quelle croce sante. Nel pianeta di Marte, dove Dante collocò coloro che son morti militando per la Fede. Vedi Paradiso, Canto XIV, e seg.

53. Lattanzio. Scrisse in versi le prime gesta di Carlo Magno. Le favolose istorie che esso racconta, e che il Poeta accenna nelle seguenti ottave, non meritano trattenervisi.

63. Non so se troppa mazza ec. Metter troppa mazza si dice d’uno il quale in favellando entri troppo addentro, e dica cose che non ne vendano gli speziali, e in somma che dispiacciano; onde corra rischio di doverne esser ripreso, o gastigato. Così il Varchi nell’Ercolano.

74. E perchè intanto ec. Sono note abbastanza le guerre di Carlo Magno in Italia, da esso liberata del longobardico giogo. Però non mi intrattengo a parlarne distesamente, avendo già nella Prefazione dichiarato come di siffatte cose solamente quel poco toccato avrei che meno alla comun portata esser mi fosse sembrato.

90. salti... Pirenei. Le selve dei Pirenei, dal latino saltus.

100. Rifece e rinnovò l’alma Fiorenza. Abbellì Carlo Magno Firenze, ma non la rifece, conciossiachè sia oramai dimostrato essere del tutto favoloso, che essa da Totila, o come altri volle da Attila, venisse distrutta.

111. rivilica. Diligentemente ricerca.

137. Non morda ec. Nessuno attacchi chi è di lui più possente.

143. Varro o Tucca. Furono i raccoglitori delle opere di Virgilio.

145. vi porrà la mano. Chiaro apparisce anche da questo passo che il Poliziano aiutasse il Pulci nel comporre il suo Poema. Alcuno ha creduto, ma contro il vero, che sotto nome del Pulci il Morgante fosse intieramente opera del Montepulcianese.

146. all’ombra d'un famoso alloro. Di Lorenzo il Magnifico.

147. Perchè sendo ambi ec. Al contrario di quello che avvenne della pira su cui ardevano Eteoclo e Polinice, la quale per segno dell’odio dei due fratelli, da sè medesima si divise.

149. Pollione. Colui del quale tanto altamente parla Virgilio nella Egloga VI. — è perizoma. Detto metaforicamente a significare come ogni Musa, cioè ogni Poeta, si cuopriva, e per così dire si vestiva del nome e del favore di Mecenate. Perizoma si dice propriamente quel vestimento che cuopre le parti vergognose del corpo.

151. Surge d’un fresco ec. Il lauro è al solito Lorenzo dei Medici. Se per i rampolli che sorgono di cotal pianta volle il Poeta significare quei sommi ingegni che sotto il favore di lui crebbero e furon giganti, ben disse il vero; ma se intese accennare a ciò che sarebbe addivenuta la sua discendenza, certo che gli fallì il vaticinio, conciossiachè la prole di Lorenzo mal s’agguagliasse alla eccellenza di tanto padre.

Salve Regina. Parafrasi della Salve Regina. Il Poeta ha voluto finire com’egli avea cominciato, e fino all'ultimo miscere sacra profanis.