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428 il morgante maggiore.

117 E la Francia, e la Ghienna, e la Borgogna
     E Navarra, Aragona, colla Spagna,
     La Fiandra, e l’Inghilterra, e la Guascogna,
     La Dazia, e la Germania, e la Brettagna
     E Pannonia, e Boemia, e la Sansogna,
     E tante gran provincie della Magna,
     E l’Istria, e la Dalmazia, e Lombardia,
     Rimason sotto la sua monarchia.

118 E veramente dal suo genitore
     Non è questo figliuol degenerato;
     Ma perch’io serbo altrove a fargli onore,
     In altro libro o libel cominciato,
     Ritorno al nostro primo imperatore
     In alcun luogo che indrieto ho lasciato,
     De’ costumi e de’ modi di sua vita,
     Sì che la istoria dir possiam finita.

119 Dicon molti autor, di sua natura,
     Della sua qualità, s’i’ ho ben raccolto,
     Ch’egli aveva formosa la statura,
     Largo nel petto e nelle spalle molto,
     Ne’ passi grave e nella guardatura;
     Nel parlar grazia, e maiestà nel volto;
     La barba lunga, e il naso alquanto giusto,
     L’aspetto degno e tutto in sè venusto.

120 Molto affabil, placabil, tutto magno,
     Molto savio, veril, molto discreto;
     Amico, o servo, o parente, o compagno
     Partia sempre da lui contento e lieto:
     Non si sentia: del mio signor mi lagno;
     Molto giusto in sua legge e suo decreto;
     E perchè gli uomin gli piacean modesti,
     Esemplo dava di costumi onesti.

121 Era al culto divin cirimonioso,
     Edificava per ogni paese
     Qualche magno palazzo glorioso;
     Fece tanti spedal, badie e chiese,
     Ch’io credo il ver di molte sia nascoso;
     Come cor generoso all’alte imprese,
     Restaurava e città e castella,
     Come e’ fece ancor già Fiorenza bella.