144 Nè tanto accomodato al voler mio:
Noi staren bene insieme in un guinzaglio:
Di tradimento guárdati, perch’io
Vo’ che tu creda in questo mio battaglio,
Da poi che tu non credi in cielo a Dio,
Ch’io so domar le bestie nel travaglio:
Del resto, come vuoi te ne governa:
Co’ santi in chiesa, e co’ ghiotti in taverna.30
145 Io vo’ con meco ne venga, Margutte,
E che di compagnia sempre viviamo;
Io so per ogni parte le vie tutte:
Vero che pochi danar ne portiamo;
Ma mio costume all’oste è dar le frutte31
Sempre al partir, quando il conto facciamo;
E ’nsino a qui sempre all’oste ov’io fusse,
Io gli ho pagato lo scotto di busse.
146 Disse Margutte: Tu mi piaci troppo,
Ma resti tu contento a questo solo:
Io rubo sempre ciò ch’io do d’intoppo,
S’io ne dovessi portare un orciuolo;
Poi al partir son mutol, ma non zoppo:
Se tu dovessi tòrre un fusaiuolo,
Dove tu vai, to’ sempre qualche cosa,
Ch’io tirerei l’aiuolo32 a una chiosa.
147 Io ho cercato diversi paesi,
Io ho solcata tutta la marina,
Ed ho sempre rubato ciò ch’io spesi;
Dunque, Morgante, a tua posta cammina.
Così detton di piglio a’ loro arnesi;
Morgante pel battaglio suo si china,
E col compagno suo lieto ne gía,
E dirizzossi andar verso Soría.
148 Margutte aveva una schiavina33 indosso,
Ed un cappello a spicchi alla turchesca,
Salvo ch’egli era fatto d’un certo osso
Che gli spicchi eran d’altro che di pèsca,
Ed era molto grave e molto grosso,
Tanto che par che spesso gli rincresca:
Un paio di stivaletti avea in piè gialli,
Ferrato, e cogli spron come hanno i galli.