Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/293

290 il morgante maggiore.

219 E Ricciardetto diceva: Fratello,
     A me par che noi siam bene alloggiati,
     Da poi che c’è buon oste e buon piattello
     E vernacce e razzesi14 dilicati.
     Ed Astarotte è intorno e Farfarello
     Col grembiul come l’oste apparecchiati,
     E dicean pur così piacevolmente:
     Messer, che dite? Mancavi niente?

220 Disse Rinaldo: Qui sta buon ostiere:
     Venghin poi le vivande dell’inferno;
     Ch’io avea voglia di mangiare e bere;
     E so che per un tratto io mi governo,
     Ch’io potrò cavalcare a mio piacere.
     E finalmente buono scotto ferno,
     Poi domandorno onde l’oste abbi avute
     Queste vivande che son lor venute.

221 Disse il diavol: Questa colezione,
     E le vivande che mangiate avete,
     Apparecchiava il re Marsilione;
     E giunti in Roncisvalle lo saprete,
     Chè i servi insieme ne fecion quistione;
     E se del vostro imperator volete
     Ch’io facci qui venire lesso o arrosto,
     Comanda pur, ch’e’ ci sarà tantosto.

222 Andiam via presto pel nostro cammino,
     Dicea Rinaldo chè il desio mi sprona
     Di rivedere il mio gentil cugino;
     Ogni cosa, Astarotte, è stata buona.
     E mentre questo dice il paladino,
     Il padiglion non veggon nè persona;
     Per la qual cosa a caval rimontorno,
     Ch’era passato più che mezzo il giorno.

223 E perchè il fiume Bagrade è pur grande,
     E per la pioggia sette rami avea
     Fatti, e per tutto il paese si spande,
     Con Ricciardetto Rinaldo dicea:
     Noi smaltirem qui forse le vivande,
     Però che il mar questo fiume parea;
     E’ ci convien saltar, questo è l’effetto.
     Saltian pur tosto, dicea Ricciardetto.