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286 il morgante maggiore.

199 La terza schiera guida Balugante,
     E pare un nuovo Marte in su l’arcione;
     Pensa che v’era più d’uno Amostante,
     Però che in questa viene Marsilione,
     E lo stendardo suo venía davante,
     Dove era figurato il lor Macone
     Nel campo rosso, con due ale d’oro:
     E in questo modo si schierâr costoro.

200 Or mi convien lasciar Marsilio, il quale
     Inverso Roncisvalle s’è diritto;
     Perchè Astarotte anche avea seco l’ale,
     E già Rinaldo ha trovato in Egitto,
     Ch’ancor bisogno non avea d’occhiale,
     E lesse ciò che Malagigi ha scritto;
     Poi domandò quel messaggier chi sia,
     Che così tosto ha spacciata la via.

201 E poi che l’ebbe da presso veduto
     Perchè gli fece molto fiero sguardo,
     Sorrise, e disse: Tu sia il ben venuto;
     E poi chiamava Guicciardo ed Alardo,
     E domandò se l’avean cognosciuto:
     Ma Farferel, che non v’ebbe riguardo,
     Apparì intanto in una forma oscura,
     Tanto che a tutti faceva paura.

202 Ricciardetto era a contemplar rimaso
     Una certa piramida che avea
     Un cerchio d’oro, e nol fe’ Chemi a caso,
     Chè tutto il corso del ciel vi vedea;
     L’altra di Mucerin di Armeo Damaso
     Non così bella o degna gli parea:
     Forse la prima gli pareva brutta,
     Da quei dodici satrapi costrutta.

203 Ma poi che tutto da Rinaldo intese,
     Pargli mill’anni di vedere Orlando;
     E così tosto il partito si prese,
     Guicciardo, Alardo ne vadin trottando
     A Montalban per qualche altro paese.
     E poi Rinaldo venìa domandando:
     Sarebbe, dimmi, Astarotte, possibile,
     Che pel cammin tu ci porti invisibile?