189 Cesare disse che se, jusjurando,
Cioè la fede che è data ed accetta,
Romper si debba, lecito era, quando
Si fa per tener regno o per vendetta;
Sì ch’io non curo di tradire Orlando:
E lecito fu ancor a vedovetta
Per tradimento al lume di lanterne
Riportarne la testa d’Oloferne.
190 Non so se ognun di voi s’ha bene inteso
Del miracolo stato nella Mecche,
Questo è che 'l nostro Dio si tiene offeso:
Credo che fu di maggio il primo Alecche,
Ch’egli apparì nell’aria un vampo acceso,
E fu sentito dir Salamalecche,
E l’arca santa di sangue sudare:
Non so se questo gran segno vi pare.
191 Sì ch’io non veggo quel che far più deggio,
Da poi che Macometto è in ciel crucciato,
Tanto che sempre andian di male in peggio;
E non m’è tanto di spazio restato,
Ch’io possi appena più locarvi il seggio,
Ch’era pur già sopra ogni altro onorato:
E so che presto verrà nelle mani,
E l’arca e quel, de’ ribaldi Cristiani.
192 Io v’ho per tanti paesi menati,
Per tanti error, tante fatiche, affanni:
Tutti siam per morir nel mondo nati;
Venite ad onorar quest'ultimi anni,
Voi sarete nel ciel ben ristorati;
Ben si ricorda de’ suoi Mussurmanni
Macone, e serba a chi fia suo fedele
Le fonte e’ fiumi di latte e di méle.
193 Però, militi miei, se voi sarete
Quel ch’io v’ho lungo tempo cognosciuti,
Questo è quel dì che voi vittoria arete;
Orlando sanguinosi i suoi tributi
Ch’aspetta in Runcisvalle, voi il sapete,
Come se schiavi ci avessi venduti:
Ma se ancor taglian pur le nostre spade,
Noi piglierem tutta Cristianitade.