74 E mentre spaventati eran costoro,
Venne una folgor che cadde lor presso,
La qual percosse di cima un alloro,
Ed abbruciollo, e insino in terra è fesso.
O Febo, come hai tu que’ bei crin d’oro
Così lasciato fulminare adesso?
Dunque i suoi privilegi il lauro or perde,4
Che per ogni stagion suol parer verde?
75 Disse Marsilio: O Macon, che fia questo?
Chè certo esser non può sanza misterio;
O Bianciardino, io ti dirò il ver presto:
Questo è cattivo augurio al nostro imperio.
Intanto venne un tremuoto rubesto,
Che scosse questo e quell’altro emisperio!
Falseron si turbò tutto nel volto,
Ed anco a Bianciardin non piacque molto.
76 Ma per paura nessun non si mosse:
In questo mezzo sopra loro apparse
Un vampo, che parea di fuoco fosse;
E l’acque vidon traboccate e sparse
Fuor della fonte, che parevon rosse;
E ciò che quelle toccorno, tutto arse:
Sì che dintorno abbruciò la gramigna,
Chè l’acqua bolle, e pareva sanguigna.
77 Era disopra alla fonte un carrubbio,
L’arbor, si dice, ove s’impiccò Giuda:
Questo più ch’altro misse Gano in dubbio,
Perchè di sangue gocciolava e suda,
Poi si seccò in un punto i rami e ’l subbio,5
Sì che di foglie si spogliava e muda;6
E cascò in capo a Ganellone un pome,
Che tutte quante gli arriccia le chiome.
78 Gli animal che nel parco eran rinchiusi
Comincioron tra lor tutti a urlare;
Poi si rivolson musi contra musi
E insieme comincioronsi a cozzare.
E così stetton gran pezzo confusi
Marsilio e gli altri le cose a mirare,
E non sapeva ignun quel che si facci,
Tanto l’ira del ciel par che minacci.