59 E Marsilio anche, poi che vide attento
Gano in su questo, riprese speranza,
E le vele adattoe secondo il vento,
E mutò presto nuovo suono e danza;
E mostrò che il valor suo non è spento,
Che avea tesoro ancor molto e possanza,
E come e’ fussi Orlando un giorno morto,
Che mosterrebbe a Carlo egli avea il torto.
60 Questo dicea come prudente, quello,
Per veder se alla trappola guidarlo
Volea quel traditor malvagio e fello,
Chè poco poi si curava di Carlo:
Ma come egli ebbe tocco quel zimbello,
Non bisognò più Gano stuzzicarlo,
Nè tirar sì che si spicchi la coda,
E il capo alzò pien di malizia e froda.
61 Quest'ultimo parlar fu quella chiave
La qual con mille ingegni aperse il core
A Ganellon, tanto volse soave:
E sospirò più volte il traditore,
Come chi cosa dir vuol dura e grave:
Poi disse: O savio, astuto tentatore
Che mi costrigni a scoprir le mie colpe,
Noi sarem, veggo, in un sacco due volpe.
62 Tu vuoi che muoia Orlando, e così sia,
Ed Ulivieri; e sai della guanciata
Che mi diè in corte, e della ingiuria mia,
Che nel core e nel volto è ancor segnata:
E Falseron credette per la via
Avermi, e Bianciardin qua la ballata
Più volte ha ribeccata, e ’l suo palagio
Mi dèsti, chè a tentar quello avessi agio.
63 E Falseron fe’ in Francia l’abbracciate
Col conte Orlando; e del suo Ferraue
Furon tutte le ingiurie perdonate;
Non so se colla lingua o col cor fue:
Tutte le vostre astuzie ho ben notate;
E ritentò più d’una volta e due,
Se ti poteva in qua guidare Orlando;
Però il venne co’ baci sciloppando.