119 Tu sai ch’io ti condussi a Babillona,
E rende’ del tuo padre in man lo scetro,
E di mia man ti messi la corona,
Che si soleva dar pel tempo addietro
A chi con l’arme l’acquista in persona;
Però le ragion tue son qui di vetro,
Sendo per me regina coronata,
Dond’io pensai tu mi fussi obligata.
120 Se Malagigi come negromante
Ucciso ha Fallalbacchio e Cattabriga,
Uccider gli poteva anche in Levante,
S’avessin come qua cercato briga,
E non avevon forma di gigante;
Così matto con matto si castiga,
Ed è ragion che ’l giuoco qui s’intavoli,
Ch’egli uccidessi i diavoli co’ diavoli.
121 Or ti dirò quel che Ulivier m’ha detto,
Che meco terminar vuoi questa guerra,
E che combatte Cristo e Macometto
Prima su ’n cielo, e noi quaggiù poi ’n terra:
Per tanto io son parato, e ti prometto,
Per quello Dio ch'è giusto e mai non erra,
Se tu m’abbatti per forza di lancia,
Tu arai tutto il reame di Francia.
122 Rispose Antea: E così ti giuro io,
Inverso Babillona far ritorno,
Se tu se’ vincitore; e sallo Dio
Quant’io ho desiato questo giorno,
Per veder tua prodezza, Orlando mio.
E l’uno e l’altro a caval rimontorno,
E rimontati, e girato la briglia,
Del prato ognuno a suo modo ne piglia.
123 Non è spento il valor certo d’Antea,
Ma molto men d’Orlando è la fierezza:
Rivoltato il caval ciascuno avea,
E nello scudo la lancia già spezza:
Ma l’uno e l’altro una torre parea,
Che folgor non che forza umana sprezza;
Così la lancia pareggiata fue
Da ogni parte per la lor virtue.