99 E diventoron due gran cerracchioni
Co’ rami intorno dal vento fiaccati:
Or fate lima lima a’ mocciconi,
Che così tosto si sono impaniati!
E’ volevon menar pure i bastoni,
Ma non potean, chè sono avviluppati;
Gridavon forte con urla feroce,
Che tutto il campo stordiva alla voce.
100 Disse Malgigi: Andate loro addosso,
Ch’io non posso altro far con la mia arte.
Il perchè Orlando il primo si fu mosso,
E drieto a lui molta gente si parte:
Ed accostârsi al macchion folto e grosso
Con lance e dardi, e frugavan da parte;
Ed ognun par che si studi e punzecchi,
Ma bisognava turarsi gli orecchi.
101 Già era tutto il popol di Parigi
Corso di fuori al rumore a vedere;
Ma poi che pure alla fine Terigi
Questi giganti non vede cadere,
Fe’ come savio, e corse in San Dionigi;
E sanza in terra scender del destriere,
Calò giù presto una lampana, e prese
Un torchio, e ’l fuoco in un tratto v’accese.
102 Or chi sentissi mugghiare i giganti,
Giurato arebbe, tanto erano in cruccio,
Che fussin quivi i demon tutti quanti;
Ma ritornato Terigi in un succio
Col torchio, ognun s’allargava davanti;
Ed accostato come al capannuccio,
Il fuoco a questi appiccava dintorno;
E così in fummo in un punto n’andorno.
103 Questi non furon Sidrac o Misacche,
A mio parere, al tempo di Nabucco,
Chè ’l fuoco al cul non rispiarmò le lacche,
Come Dio volse, e non parve ristucco
Da portar l’acqua con le salimbacche:
Dunque Terigi è de’ Cristiani il cucco:
Chè, se’ giganti rovinavan giue,
Arebbon morti cento uomini o piue.