Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/228


canto ventesimoquarto. 225

79 Lasciam la storia star di Marcovaldo,
     E il tradimento che fe’ l’Amostante,
     Chè sai ben come la notte il ribaldo,
     Attorto prese il tuo signor d’Angrante,
     Se non che venne il suo fratel Rinaldo:
     Or perchè di’, dalle potenzie sante
     Procedon nostre risse al mondo giue,
     Così la morte del Soldan tuo fue.

80 Tu sai che il Veglio fu vostro nimico;
     Rinaldo per tuo amor andò ammazzallo;
     Ma non potè, chè a Cristo si fe’ amico;
     Poi su quella montagna egli e ’l cavallo,
     Che predetto al Soldan fu per antico
     Che l’uccidrebbe, e tutto il mondo sallo:
     Però, se così dato era per sorte,
     Incolpa i fati e ’l ciel della sua morte.

81 Pur, se tu se’ così deliberata
     Di voler del tuo padre vendicarti,
     Non fia la nostra eccellenzia mancata;
     E se vuoi con Orlando riprovarti,
     Ti manderò del guanto la giornata,
     E credo a questa parte satisfarti;
     E per tua parte lo saluteroe,
     Ed a tua posta mi dipartiroe.

82 Rispose Antea: In ogni modo voglio
     Di nuovo con Orlando riprovarmi,
     E so ch’io perderò pur come io soglio,
     E del Soldano intendo vendicarmi;
     Non so se a torto o ragion me ne doglio,
     Ma sia che vuol, chè debito mio parmi
     Che qualche lancia pur per lui sia rotta,
     Da poi che tanta gente ho qua condotta.

83 Pertanto al tuo signor farai ritorno:
     Saluta per mia parte tutti quanti,
     Massime Orlando; e di’ che elegga il giorno
     Della battaglia, e noi verremo avanti.
     E di nuovo l’un l’altro rabbracciorno:
     Ma nel partire, i superbi giganti
     Usoron molto i Cristian minacciare,
     E che volevon Parigi spianare.