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220 il morgante maggiore.

54 Il perchè Carlo il consiglio chiamoe,
     E i paladini, e il lor parere intese;
     E parve a tutti, e così si fermoe,
     Che si mandassi in Ispagna il Danese,
     Perchè già Macometto là adoroe,
     E sapeva il costume del paese;
     E che menasse, per ogni rispetto,
     Astolfo e Berlinghieri e Sansonetto.

55 Ed ordinò per tutta Francia Orlando
     Le città, le fortezze e le castella,
     Insino alla marina capitando,
     Acciò che fussi preparata quella;
     E fece in ogni parte andare il bando,
     Ch’ognun presto sia in punto in sulla sella,
     E tutti i franchi arcier sieno a Parigi,
     Dinanzi a Carlo, il dì di san Dionigi.

56 E in poco tempo raccozzato fue
     Della Franca Contea, di Normandia,
     Silanda, Ilanda e l’altre isole sue,
     Da Rossiglion, Navarra e Piccardia,
     E d’altri luoghi, cento mila o piue:
     Giunse a Parigi questa compagnia
     Di molte lingue e di molti paesi,
     Conti, prìncipi assai, duchi e marchesi.

57 Ma innanzi che i Cristian sieno assembrati,
     Arrivata è la gente saracina
     In molti porti, e per forza smontati,
     Ed occupavan tutta la marina:
     Verso Parigi si son dirizzati
     Sotto le insegne della lor reina;
     E cuopron le montagne, e’ colli, e’ piani;
     Guastando tutti i paesi cristiani.

58 Aveva Antea menati due giganti,
     Ch’eran venuti del mar della rena,
     Che non si vide mai maggior briganti;
     Dodici braccia lunga era la schiena,
     Pensa che il resto poi sia due cotanti;
     E portavan due coste di balena,
     E dove e’ giungon dinanzi o di dietro,
     Ogni arme sgretolavan come vetro.