24 E nel cader, con ira molto acerba
Gridò: Macon, s’io non son vendicato,
Lucifero il suo luogo giù ti serba.
Rinaldo a Fuligatto è ritornato,
E la ferita gli sanò con erba
Come piacque a colui che gli ha insegnato.
Ma Fuligatto, com’e’ fu guarito,
Era a veder come un cieco smarrito.
25 E come pazzo a Rinaldo n’andava.
E con la spada lo vuol ristorare
Del beneficio; ed un colpo menava.
Rinaldo il colpo non istà aspettare
Perchè e’ conobbe colui vagellava,
E lascialo a suo modo disfogare:
Ma Fuligatto si ravvide presto,
E chiese perdonanza assai di questo.
26 Disse Rinaldo: Chiedi pur merzede
A quel Signor che la grazia t’ha fatto:
E cominciògli a predicar la Fede,
Tanto che fu contento Fuligatto
E disse che in Gesù si fida e crede,
Ed osservò, com’e’ promisse, il patto.
Rinaldo ad una fonte lo battezza,
E quivi co’ dottor si scandalezza.
27 E disse d’uno, e tre, e Padre, e Verbo,
E lo Spirito Santo, poi incarnato,
E prese come noi, carne, osso e nerbo,
E crucifisso, e poi nel Limbo entrato
Per liberarci dal peccato acerbo
Del primo padre, pel pome vietato;
E disse di Gioseffo e di Maria,
E fece un lago di Teologia.
28 Poi rimontorno a cavallo ed a alfana.
Ora è qui stato alcun ch’ebbe credenzia,
Che Rinaldo il gittò nella fontana
Disavveduto per la gran potenzia,
Chè non potè ritener ben la mana:
Non so s’io me l’approvo per sentenzia,
Chè dicon che vi bevve più d’un sorso,
Se non che fu da Rinaldo soccorso.