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202 il morgante maggiore.

24 E nel cader, con ira molto acerba
     Gridò: Macon, s’io non son vendicato,
     Lucifero il suo luogo giù ti serba.
     Rinaldo a Fuligatto è ritornato,
     E la ferita gli sanò con erba
     Come piacque a colui che gli ha insegnato.
     Ma Fuligatto, com’e’ fu guarito,
     Era a veder come un cieco smarrito.

25 E come pazzo a Rinaldo n’andava.
     E con la spada lo vuol ristorare
     Del beneficio; ed un colpo menava.
     Rinaldo il colpo non istà aspettare
     Perchè e’ conobbe colui vagellava,
     E lascialo a suo modo disfogare:
     Ma Fuligatto si ravvide presto,
     E chiese perdonanza assai di questo.

26 Disse Rinaldo: Chiedi pur merzede
     A quel Signor che la grazia t’ha fatto:
     E cominciògli a predicar la Fede,
     Tanto che fu contento Fuligatto
     E disse che in Gesù si fida e crede,
     Ed osservò, com’e’ promisse, il patto.
     Rinaldo ad una fonte lo battezza,
     E quivi co’ dottor si scandalezza.

27 E disse d’uno, e tre, e Padre, e Verbo,
     E lo Spirito Santo, poi incarnato,
     E prese come noi, carne, osso e nerbo,
     E crucifisso, e poi nel Limbo entrato
     Per liberarci dal peccato acerbo
     Del primo padre, pel pome vietato;
     E disse di Gioseffo e di Maria,
     E fece un lago di Teologia.

28 Poi rimontorno a cavallo ed a alfana.
     Ora è qui stato alcun ch’ebbe credenzia,
     Che Rinaldo il gittò nella fontana
     Disavveduto per la gran potenzia,
     Chè non potè ritener ben la mana:
     Non so s’io me l’approvo per sentenzia,
     Chè dicon che vi bevve più d’un sorso,
     Se non che fu da Rinaldo soccorso.