254 E fu di Chiaramonte il cavaliere.
Rinaldo legge, e diceva: D’Angrante
Orlando nel tal tempo quel guerriere
Ci liberò dal gran re Galigante,
Che in campo d’oro portava un cerviere;
E per memoria dell’opre sue sante,
Uccider quel crudel nimico ed acro,
Gli fece il popol questo simulacro.
255 Rinaldo lacrimò, veggendo Orlando,
Per tenerezza, e con lui si ragiona,
Dicendo: Ovunque io vo peregrinando,
Per tutto il mondo la tua fama suona;
E dipartissi da lui lacrimando.
Rappresentossi innanzi alla Corona:
Questa reina è bella e giovinetta,
E chiamasi per nome Filisetta.
256 Vide Rinaldo, e dopo le salute
Lo domandò dove il camin suo tiene;
Chè così peregrino uom di virtute
Giudicò questo, e parvegli uom dabbene.
Rinaldo rispondea le cagion sute
Del suo venire, e di che parte viene;
E com’egli è Rinaldo, ch’è mandato
Dall’Angel, che così gli ha comandato.
257 Filisetta sapea la sua prodezza;
Veggendolo, stupia di maraviglia
Dell’atto fiero e della sua grandezza;
E disse: Orlando tuo ben ti simiglia;
Re Galigante per la sua fierezza,
Come tu vedi, abbandonò la briglia:
Chè so che in piazza la statua vedesti
Di bronzo, e quelle lettere leggesti.
258 Questa città da lui fu liberata,
Ed a perpetua di questo memoria
L’immagine sua qui vedi scultata,
Che fia del vostro sangue eternal gloria;
Ma Fuligatto m’ha ben ristorata,
Che tutto questo paese martoria:
Non vuol che ignun si spicchi di coloro,
Ed evvi il mio marito tra costoro;