229 Rinaldo andò, ma non sapea la trama;
Ella gli disse con destre parole
Del sogno, e la cagion per ch’ella il chiama:
Rinaldo disse far ciò ch’ella vuole,
Chè ciò ch’uom facci per amor di dama,
È gentilezza ch’osservar si suole;
Che si voleva armar segretamente,
Dove piacessi alla dama piacente.
230 Brunetta gli ordinò dove e’ s’armassi,
E 'mpose al balio ch’un destrier gli mostri;
E la sorella di lei beffe fassi,
E dice: Che vuoi tu che costui giostri?
E ridea, quasi in sua lingua parlassi:
Costui t’arrecherà de’ paternostri
Dal suo perdon, quando e’ sarà tornato.
Rinaldo al campo n’è venuto armato.
231 Disse l’amante di quella più bella:
Hai tu veduto qua questo uccellaccio?
Che dirai tu s’io il traggo della sella?
Al primo colpo in terra te lo caccio.
Rispose la Brunetta meschinella:
Sì, se tu stimi ch’un uom sia di ghiaccio.
Rinaldo le parole appunto intese,
E tutto quanto di sdegno s’accese.
232 E disfidossi con questo saccente.
La bianca e bella confortava il drudo,
E la Brunetta facea similmente,
E l’uno e l’altro si truova lo scudo:
Ma il Saracin pel gran colpo e possente
Alzò le gambe, e cadde a culo ignudo
Quanto potea con ogni sua vergogna:
E fu pur ver quel che Brunetta sogna.
233 Quivi le grida intorno si levorno;
Non domandar se la dama galluzza,34
E dice alla sorella per iscorno:
Truova dell’acqua e nel viso la spruzza,
Chè la mia vision fu presso al giorno.
La bianca addolorata si raggruzza,35
Però ch’un braccio il suo amante si spezza:
Non domandar se Brunetta la sprezza.