74 Allor Rinaldo gli scioglie ed abbraccia,
E dice: Non sapete voi ch’Orlando
È qui nel campo, e questa gente scaccia,
Per venir voi da morte liberando?
Per mio consiglio mi par che si faccia,
Acciò che vi vegnate riposando:
Col giustizier qui ve n’andrete vostro
Al padiglion del re Gostanzo nostro.
75 E tutti a tre n’andorno al padiglione;
Ma in questo tempo quel gigante forte
Uccise il re Gostanzo in sull’arcione,
Che molto pianse Orlando cotal morte;
Poi abbattè d’un colpo Spinellone:
Qui sopravvenne Orlando a caso e sorte,
E tanto fe che si fece cristiano,
E battezzollo con sua propria mano.
76 E fu cosa mirabil quel che disse
Ispinellone in questo suo morire;
Credo che ’l ciel per grazia se gli aprisse,
Dove l’anima presto dovea gire;
Perchè e’ teneva in su le luci fisse,
Che gli pareva gli Angioli sentire,
E disse con Orlando: Orlando, certo
Io veggo il paradiso tutto aperto.
77 Non vedi tu lassù quel che vegg’io?
Chi è colui ch’ognuno onora e teme,
In sedia coronato, e giusto e pio,
Fra mille lumi e mille diademe?
Rispose Orlando: È Gesù nostro Iddio,
Che pasce tutti di gaudio e di speme,
Colui ch’adora ogni fedel Cristiano.
Allor gli fe reverenzia il Pagano.
78 Chi è colei che siede allato a quello,
Che sopra tutte par donna serena,
E presso a lei un Angel così bello?
È la sua Madre Vergin Nazzarena;
E l’Angel che gli è appresso è Gabriello,
Colui che gli disse: Ave, gratia plena.
Allor le braccia il Saracino stende,
Ed umilmente grazia a quella rende.