219 Rinaldo il me’ che sa dà lor conforto,
Dicendo: Abbiate alla terra riguardo,
E dirizzate a ragione ogni torto:
E raccomando a tutti il mio Baiardo;
E presto tornerò, s’io non son morto,
Chè d’ubbidire Iddio nel cor tutto ardo:
Sievi raccomandata la giustizia,
Tenete in pace la terra e ’n dovizia.
220 E fece apparecchiar presto la nave,
Chè quel padron con Rinaldo si stava,
E d’ogni cosa gli si dà la chiave;
E per ventura romei v’arrivava;
E benchè la partenza fussi grave,
Con questi finalmente s’avviava:
E tutti prima in bocca si baciorno,
Di stare al bene e ’l mal la notte e ’l giorno.
221 E così si commette alla marina,
E l’armadura tien sotto coperta:
Disopra si vedeva una schiavina,
E non dimenticò però Frusberta;
Il vento è buono e la nave camina,
Tanto che Barberia hanno scoperta,
E dirizzàrsi verso una cittade,
Donde saran per terra poi le strade.
222 E come drento al porto surti sono,
Rinaldo dal padron fa dipartita,
E dice: Fra un mese e’ sarà buono,
Che questa nave in qua sia comparita;
E ’ntanto io tornerò dal mio perdono;
Cristo t’aiuti e la tua calamita,
Che non val men che la stoppa e la pece.
Donde il padron con lui gran pianto fece.
223 E disse: Il dì ch’io me n’andrò sotterra,
Non sentirò nel cuor la metà pena:
Dico in quel punto che l’alma si sferra;
Vattene in pace ove il cammin ti mena,
Aiùtiti il tuo Dio, se tu vai in guerra,
Aiùtiti Maria, di grazia piena:
Io tornerò qui con la nave presto.
E non potè più oltre dir che questo;