164 All’Arpalista vanno le novelle,
Ch’un forestier la terra ha saccheggiata:
Subito fece armar quelle donzelle,
Ed ordinò la porta abbin guardata;
E la capitanessa fu di quelle
Una, quale era Arcalida chiamata:
Rinaldo alla città già tornato era,
E sfuma fuori il vin per la visiera.
165 Arcalida si fe’ innanzi alla porta,
E disse: Dove vai tu, cavaliere,
Che par così sicuro sanza scorta?
Disse Rinaldo: Io tel farò sapere,
Aspetta, ch’io t’infilzo: tu se’ morta.
Alardo intanto spronava il destriere,
E ’nfilza presto un’altra damigella;
E posela a giacer giù della sella.
166 Guicciardo un’altra di queste rintoppa,
Ed una lancia arrestata gli accocca,
E tutta la forò sotto la poppa,
E come Alardo a giacer la rimbocca:
Ricciardetto una ne punse alla groppa,
Che non portò mai più spada nè rócca:
Così tra queste donzelle e’ Cristiani
Si cominciò a menare altro che mani.
167 Arcalida s’appicca con Guicciardo,
E finalmente sotto se lo caccia;
Volle veder come egli era gagliardo,
Quantunque poco mal costei gli faccia;
Subito addosso a lei correva Alardo,
Tanto ch’al fin questa donzella spaccia;
Però che la passò nel pettignone,
Ch’arme ch’avessi non valse un mellone.
168 Le porte d’ogni parte fur serrate,
Tanto ch’al buio in mezzo combattevano;
E tutte le donzelle hanno spacciate,
Che a una a una in terra le ponevano;
E le porte hanno rotte e sgangherate,
E ’l borgo a saccomanno poi correvano.
Rinaldo è stato a diletto a vedere
Quelle fanciulle a rovescio cadere.