134 Anzi parea delle tele d’aragne:
Guardisi ognun dove col brando aggiunga,
Chè le corazze parevon lasagne:21
Guarda che questa pecchia non ti punga,
Lo scudo e l’arme tue sien le calcagne,
Chè non varrà qui incanto, o che tu t’unga;
Fuggitevi, ranocchi, ecco la biscia,
Che fischia forte, quando il brando striscia.
135 Avea lui sol tenuto, come Orazio
Al ponte,22 Berlinghier la pugna il giorno,
E non si potre’ dir qual sia lo strazio
De’ morti già ch’egli aveva d’intorno.
Io non sarei per me mai stanco o sazio
A dir di questo paladino adorno,
Tanto mi son sempre di lui piaciute
Tutte sue opre colme di virtute.
136 Mentre che Berlinghier questo facea,
Ecco Gherardo, il Danese e Viviano,
Che con tremila a caval vi giugnea,
E tutti a tre venien da Montalbano,ì;
Che Grifonetto ogni dì lo strignea,
E vanno per aiuto a Carlo Mano:
Giunto Gherardo, Berlinghier conosce,
E domandò donde sien tante angosce.
137 Berlinghier disse ogni cosa a Gherardo,
Come quel traditor gli avea ingannati.
Diceva il sir di Rossiglione: Io guardo
Colui che intorno a sè tanti ha ammazzati
Così pedon, che par baron gagliardo.
Rispose Berlinghier: Fa che tu guati
Come scacciar si possa questa gente,
Ed ammazzar quel traditor dolente.
138 Gherardo allor la sua lancia abbassava
Subitamente, e Viviano e ’l Danese:
Così questa battaglia rinforzava:
Ma Ganellon, che ’l giuoco presto intese,
Veduto Uggieri, a fuggir cominciava,
E di ritrarsi per partito prese:
Così tutta sua gente in poca dotta
Si misse in fuga sbaragliata e rotta.