167 Rinaldo non avea più questo inteso,
Che Greco fu di Corniglia signore;
Non gli risponde, mentre il vide acceso,
Perchè e’ potessi sfogar tutto il core;
Poi disse a Greco: Chi t’ha tanto offeso,
Che si rinnuova tanto tuo dolore?
Greco gli disse: Io vo’ che tu lo ’ntenda,
Acciò ch’ancor di me pietà ti prenda;
168 E dal principio ogni cosa dicea.
Disse Rinaldo: Perchè non l’hai detto
Il primo giorno? e costui rispondea:
Non volli rinnovar tanto dispetto,
Chè la fortuna ingiuriosa e rea
Non avessi di me questo diletto.
Disse Rinaldo: Or che la cosa ho intesa,
Tanto più volentier farò la ’mpresa.
169 Vedi che pur tu non degeneravi,
Chè non si perdon gli antichi costumi;
E’ si conosce i modi onesti e gravi,
Benchè fortuna la roba consumi,
Chè non ha questi sotto le sue chiavi,
E non gli spegne il vento questi lumi:
Per mille vie in ogni opera nostra
Dove fia gentilezza al fin si mostra.
170 E rispondeva a Filiberta allora,
Che subito verrà verso Corniglia,
E che di lui si loderà ancora;
E con Gano e con gli altri si consiglia,
Che vi si debba andar sanza dimora;
E finalmente e’ si truova la briglia,
E tutti in compagnia sono a cavallo,
Che non ci misson di tempo intervallo.
171 E cavalcorno tanto, abbreviando,
Che sono un giorno a Corniglia arrivati,
E mandon così a dir pur minacciando
A Astolfo, come e’ son diliberati
Di render questa terra a suo comando
A Filiberta, come e’ son pregati:
E mille cavalieri hanno da guerra,
Che in ogni modo volevon la terra.