77 Orlando, benchè ognuno abbi paura,
Ed Ulivieri e gli altri tenien forte
Colei, che si divora per l’arsura,
Che a poco a poco la conduce a morte,
Come si distruggea quella figura,
Tanto che tosto aperte fien le porte:
Parea ch’a forza l’anima si svella,
E come Meleagro7 ardessi quella.
78 E finalmente morta si distende,
Come fu quella immagine distrutta:
Allor Malgigi del palagio scende,
E l’aria rischiarata era già tutta:
E ciascun grazia a Malagigi rende,
Che spenta ha questa cosa così brutta,
E liberati da tormento e affanno,
Ed alcun giorno a riposarsi stanno.
79 Un dì non si potè tenere Alardo,
Che non dicessi come il fatto era ito
D’Astolfo, che facea sì del gagliardo:
Rinaldo, quando questo ebbe sentito,
Lo dileggiava e chiamaval codardo:
Tanto ch’Astolfo si tenne schernito,
E per isdegno e per grand’ira caldo,
Trasse la spada per dare a Rinaldo.
80 Rinaldo si scostò dicendo: Matto,
Che vuoi tu fare? io intendo riguardarti,
Com’io t’ho riguardato più d’un tratto;
Ma da qui innanzi di questo atto guarti.
Orlando gli dispiacque questo fatto,
E disse con Rinaldo: Tu ti parti,
Per Dio, dalla ragion, ch’Astolfo nostro
Più che fratello amor sempre ci ha mostro.
81 E mancò poco che non l’appiccava
Orlando con Rinaldo la schermaglia,
Se non che pur Rinaldo si chetava,
Chè sa, quand’ e’ s’adira, quel che e’ vaglia:
Astolfo tanto di ciò s’infiammava,
Che in qua ed in là come un leon si scaglia;
E dipartissi la seguente notte,
E tutte loro imprese ha guaste e rotte.