42 E riuscì di dreto un braccio o piue
Il brando, che di sangue è fatto rosso;
E questo pilastron rovina giue,
E mancò poco non gli cadde addosso:
Se non ch’Orlando molto destro fue,
E parve che ’l terren si sia riscosso:
Della qual cosa in gran superbia monta
La fiera madre incantata Creonta.
43 Corse al romor com’una spiritata;
Prese Aldinghieri, e tutto lo diserta
Cogli unghion, come una bestia arrabbiata;
Travolge gli occhi, e la bocca avea aperta:
Non fu tanto Ericon3 mai infuriata;
Rinaldo l’aiutava con Frusberta,
Ma di tagliarla la spada s’infigne:
Allor Rinaldo la gola gli strigne.
44 Ell’aveva Aldinghier ghermito in modo,
Che sare’ me’ abbracciare un orsacchino,
E portanelo a forza, e tiello sodo:
Orlando gli ponea le mani al crino,
Ma non poteva ignun disfar tal nodo;
Ed Aldinghier gridava pur meschino:
Io credo che ’l diavol m’abbi preso,
E nello inferno mi porti di peso!
45 Orlando allor gli mena della spada,
Ma in drieto si ritorna Durlindana,
Quantunque ella sia forte e ch’ella rada.
Dicea ridendo la donna pagana:
Voi date al vento i colpi o la rugiada,
A ferir me; ch’ogni fatica è vana;
Non ne potete aver di questo vello
Per nessun modo, o uscir del castello.
46 Orlando tutto allor si raccapriccia,
E vede che costei gli dice il vero;
A tutti in capo ogni capel s’arriccia,
Veggendo quel demon cotanto fiero;
La faccia brutta, affummicata, arsiccia:
Non si dipigne tanto il diavol nero,
Quanto ha Creonta la lana e la pelle;
E più terribil voce che Smaelle.4