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114 il morgante maggiore.

37 Ed anche poi il gigante per la pena.
     Aldinghier, quando lo vide caduto,
     Subitamente un gran colpo gli mena.
     Al collo del gigante s’è abbattuto,
     E con la spada tagliente lo svena:
     L’altro fratel, come questo ha veduto,
     Si scaglia a Ulivier di furia acceso,
     Ed abbracciollo, e portanel di peso,

38 Come farebbe il lupo un pecorino;
     Ma ’l buon pastore Orlando lo soccorse,
     E disse: Posa, posa, Saracino,
     Posalo giù; tu non credevi forse,
     Che fussi presso il guardian nè il mastino?
     Di che il gigante per ira si morse,
     Che ’l sangue a Ulivier voleva bere,
     Ma per paura sel lascia cadere.

39 Ulivier ritto si levò di terra,
     E trasse a quel Pagan con Altachiara,
     E nella trippa una punta disserra,
     Dicendo: Tu berai la morte amara.
     E con quel colpo morto giù l’atterra,
     E bisognò che trovassi la bara:
     Eron già morti tre, restavane uno,
     Ch’era più fiero e forte che nessuno.

40 Orlando disse: La battaglia è mia,
     E tocca a me quest’altro che ci resta;
     E ’l fêr gigante pien di bizzarria
     D’un mazzafrusto gli diè in su la testa,
     Che poco men ch’Orlando non cadia.
     Gridò Rinaldo: Ed anco tua fia questa
     Picchiata, come hai detto la battaglia:
     Non se’ tu Orlando, o ’l brando più non taglia?

41 Allora Orlando lo scudo abbandona,
     E ’l pome della spada appoggia al petto,
     E ’nverso il Saracin se stesso sprona,
     Quando e’ sentì quel che ’l cugino ha detto;
     E terminò passargli la persona:
     Giunse la punta al bellico al farsetto,
     Ch’era di ferro, e ogni cosa infilza,
     E passò il ventre e ’l fegato e la milza.