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8 il morgante maggiore.

34 E Spinellone e ’l re Gostanzo è intorno,
     Con lui ristretti, e son di fuori usciti
     Di Babillona, e nel campo tornorno:
     I baron del Soldano sbigottiti,
     Chi qua chi là, tutti si scompigliorno,
     Maravigliati di que’ tanto arditi;
     E fu per la città molto romore,
     Che così fussi fatto al lor signore.

35 Quando il Soldan rassicurato fue,
     Fece venir tutta la baronia,
     E nella sedia si levava sue,
     Nè mai si fe sì bella diceria;
     E cominciò con le parole sue:
     Mai più fu tocca la persona mia,
     Ma a ogni cosa apparecchiato sono,
     E, come piace a voi, così perdono.

36 Il re Gostanzo ha tanti cavalieri,
     Che cuopron, voi il vedete, il piano e ’l monte:
     Non so qual si sien drento i suoi pensieri;
     Ma, per fuggir sospetto e maggiore onte,
     Mostrato ho di vederlo volentieri:
     Or con colui che mi battè la fronte
     Credo che buon sarà forse far triegua,
     Acciò che maggior mal di ciò non segua.

37 E dare alla giustizia esecuzione
     Intanto di que’ due ch’io tengo presi,
     Acciò che il re Gostanzo e Spinellone
     Ritornin con lor genti in lor paesi;
     Morti questi baron ch’abbiam prigione,
     Noi saren poi da tanti meno offesi;
     Che s’io mi fo nimico al re Gostanzo,
     Per al presente non ci veggo avanzo.

38 In questo mezzo Antea potre’ pigliare
     Quel Montalban che Gano ha consigliato:
     Rinaldo so che non dee mai tornare,
     Credo che ’l Veglio l’abbi ora ammazzato:
     A luogo e a tempo si potrà mostrare
     Al re Gostanzo che m’abbi ingiuriato,
     Ch’io non vo’ far vendetta con mio danno,
     Ma aspettar tempo, come i savi fanno.