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canto ventesimo. 105

112 Egli è qui tra costor di mia brigata
     Dieci mila a caval sotto mio segno:
     Lo ’mperadore apparecchia l’armata,
     Per vendicar del suo figliuol lo sdegno,
     E contro a voi la furia è apparecchiata:
     Io mi parti’ con questi del mio regno,
     Perch’io senti’ savate14 a Babillona,
     Per ritrovarmi là con voi in persona.

113 Ed ho mandato lettere segrete,
     A dirvi come qua si fa apparecchio;
     Non so se voi ricevute l’avete,
     O se ciò pervenuto v’è all’orecchio:
     Costor minaccian, come voi vedete,
     Come involti v’avessin tra ’l capecchio:
     Se noi vogliam, questa città fia nostra,
     Con la mia gente, e con la virtù vostra.

114 Rinaldo e tu per tutta Pagania
     Sete tanto temuti e nominati,
     Che come il grido tra la turba fia,
     E’ fuggiranno tutti spaventati:
     Non son costor guerrier, ma son genía:15
     Sempre al principio assai si son vantati,
     Ed hannovi in un solcio16 i paladini,
     Poi fuggon tutti come spelazzini.

115 Rinaldo gli piacea questa pensata,
     Ed Aldinghier vien sua gente assettando:
     In questo tempo giunse una ambasciata,
     Come lo ’mperador mandato ha il bando,
     Che tutta in piazza sia la gente armata;
     E tutto il popol si veniva armando,
     Come nell’altro dir vi sarà detto.
     Di mal vi guardi Gesù benedetto.




NOTE.

24. a’ suoi stazzoni. Stazioni, abitazioni. È da notare che gli antichi adoperaron tal voce sì nel genere maschile che nel femminile.

32. aggotta ec. Aggottare, levar l'acqua dai navigli con strumento a ciò atto, e rigettarla in mare.

33. chiamavan Sant’Ermo. Cioè quella fiaccola che si chiama anche luce di Sant’Ermo, la quale a modo di fiammella apparisce in mare dopo la tempesta, ed è segno favorevole ai naviganti.