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72 il morgante maggiore.

59 Ed Ulivieri ancor fece orazione,
     Raccomandossi al Salvator divino:
     Dinanzi andava il feroce lione,
     Verso la fiera teneva il cammino;
     Drieto seguiva Rinaldo e Dodone:
     Era a vedere il popol saracino,
     Chi in sulle mura, e chi presso alle porte,
     Desiderando all’animal la morte.

60 E la fanciulla con faccia serena
     Era salita in sur una bertesca32;
     Disse Rinaldo: Vedi Forisena,
     O Ulivier, che di te par gl’incresca,
     Amore è quel ch’a vederti lei mena.
     Ulivier disse: La danza rinfresca33;
     Tu hai disposto di darmi oggi noia;
     Attendiam pur che questa fiera muoia.

61 Dicea Rinaldo: Sarai tu sì crudo,
     Che tu non guardi questa damigella?
     Tu non saresti d’accettar per drudo;
     Che crederestu far, se la donzella
     Avessi in braccio per tua targa o scudo,
     Atterreresti tu la fiera, o quella?
     Disse Ulivier: Tu se’ pur per le ciance,
     E qua sa d’altro già che melarance34.

62 E come e’ disse questo, il lion mostra
     Il serpente, che fuoco vomitava.
     Disse Ulivier: Questa è la dama nostra,
     E di vederla, Rinaldo, mi grava.
     Disse Rinaldo: O Ulivier, qui giostra
     Venere e Marte; e di nuovo cianciava.
     La vipera crudel tosto si rizza,
     E fuoco e tosco per bocca gli schizza.

63 Parea che l’aria e la terra s’accenda,
     Rinaldo aveva spugna con aceto,
     E tutti, perchè il fiato non gli offenda;
     E disse: O animal poco discreto,
     Che pensi tu, che no’ siam tua merenda,
     Poi che tu vieni in qua contra divieto?
     E detto questo, del cavallo scese,
     E così fece Dodone e ’l marchese.