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56 il morgante maggiore.


78 Rinaldo, udendo contar la novella,
     Con molta festa lo corse abbracciare,
     E ringraziava del cielo ogni stella;
     E disse: Abate, io non vi vo’ celare,
     Poi che scacciata abbiam la gente fella,
     Il nome mio, ch’io non lo potre’ fare,
     Tanta dolcezza supera la mente:
     Son come Orlando anch’io vostro parente.

79 Io son Rinaldo, e fui figliuol d’Amone;
     E come a lui a me cugino ancora
     Siete: e piangeva per affezione:
     Perchè l’abate lo strigneva allora,
     E mai non ebbe tal consolazione:
     O giusto Iddio ch’ogni Cristiano adora,
     Dopo tante altre grazie e lunga etate,
     Veggo Rinaldo mio; dicea l’abate.

80 Ed ho veduto il mio famoso Orlando,
     Benchè del suo partir sia sconsolato:
     Nunc dimitte servum tuum, quando
     Omai ti piace, Signor mio beato.
     Rinaldo allor soggiunse lacrimando:
     E questo è Ulivier, ch’è suo cognato;
     Questo è Dodone, figliuol del Danese:
     L’abate abbraccia Dodone e ’l marchese.

81 I monaci facevon molta festa,
     Perchè partito è il popol saracino
     E che per grazia Iddio lor manifesta
     Che Rinaldo è dell’abate cugino.
     Ma perch’io sento la terza richiesta
     Di ringraziar chi ci scorge il cammino,
     Farò sempre al cantar quel ch’è dovuto:
     Cristo vi scampi, e sia sempre in aiuto.




NOTE.

5. e’ faldoni. Faldone è accrescitivo di falda; e così chiamasi la materia distesa, che agevolmente ad altra si soprappone. Qui significa quella parte dell’armatura fatta a scaglie che pendeva dalla panziera, e ricuopriva le reni scendendo sulle parti deretane e sulle cosce.

7. com’e’ l’ha scolpito. Qui il verbo scolpire ha il significato di vedere,