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38 il morgante maggiore.


79 Rispose Lionetto: A ogni modo
     Vo’ che col brando terminian la zuffa.
     Disse Morgante: Per Dio, ch’io la lodo,
     Chè tu vedrai che ’l caval non fe truffa.
     Or tu, Signore, a cui servir sol godo,
     Per cui la terra e l’aria si rabbuffa,
     Guardaci e salva, e ’nsino al fine insegna,
     Tanto ch’io canti questa storia degna.



NOTE.

1. O giusto, o santo. Vedi quello che è detto nella nota al Canto I, St. 1 e 35. Anche l’Autore del Buovo d’Antona chiama G. C. sommo Giove: «Io prego il sommo Giove che m’aiuti ec.» Ed era comune in quei tempi, e massime presso i poeti, il dare a Dio il nome di Giove, come quello di Plutone, o di Dite al Diavolo.

2. imbambolare. Dicesi degli occhi quando l’uomo li ricuopre di lacrime, senza mandarle fuora, come fanno appunto i bambini quando dan segno di voler piangere.

3. madornale. Madornale, e madernale sono adiettivi, che vogliono, in senso proprio, di madre, da parte di madre; onde si legge in Guido Guinicelli: «Acesto suo madornal bisavolo.» S’appropria anche a figlio non nato di legittimo matrimonio, γνήσιος; e il Poeta lo adopera appunto in questo senso, nel quale però, come pure nel primo, ora non si userebbe. Si adopera comunemente in senso di grande, principale.

7. sezzo. Ultimo.

8. ombra. Anima, spirito. — Ma di tornare a bomba. Vale: ma il fine del pome, cioè delle nostre fatiche e desiderii, è di tornare al luogo onde partimmo, che è il Cielo.

11. d’esser al berzaglio. Bersaglio, e mettere o essere al bersaglio vale: al cimento, al pericolo.

14. la dama giulia. Giulio vale lo stesso che allegro, ilare; qui sta per bella, piacente, che rallegra in vederla.

15. trabocchi, ed or bombarde. Macchine da guerra usate dalla antica milizia colle quali lanciavansi grossi sassi. Bombarda chiamasi ora una sorte d’artiglieria.

18. intervallo. Spazio fra due termini di tempo o di luogo; senza trovare intervallo significa qui: senza trovar cosa che gli trattenesse, o che lor desse motivo d’indugio.

21. che qualche trappola ci scocchi. I Latini e i Greci appellavano questo arnese notissimo da pigliar topi con voce esprimente l’uso che se ne faceva, chiamandola muscipola, e μιάγρα. Noi usiamo tal voce ambo per trama, onde scoccare una trappola val quanto tendere un’insidia, tratta la figura dallo scoccare, o scattare che fa la trappola quando il topo v’è entrato. Generalmente dicesi trappola ogni artifizio atto a prendere animali sì di terra, che d’aria o d’acqua. Chiamansi trappole da quattrini le cose poste in mostra per allettare, e gli artifizii per fare spendere.

22. ragionar col dente. Mangiare. Modo proverbiale. — farem poi fardello. Far fardello vale morire, che i Latini dicevano vasa colligere. S’usa anche per pigliarsi le cose che uno ha fra mano, e andarsene con esse, il sarcinulas colligere di Gio-