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canto secondo. 31

44 A questa fonte a caso ci trovammo,
     E com’egli è de’ nostri pari usanza
     Di domandar l’un l’altro, domandammo:
     Che lettera, o imbasciata hai d’importanza?
     E come stracchi un poco ci posammo:
     Costui mi dice, che Gan di Maganza
     Per far morire Orlando lo mandava,
     E che per Pagania29 di lui cercava.

45 E perch’io presi la parte d’Orlando,
     Alzò la mazza sanza dir niente;
     Così si venne la zuffa appiccando.
     Orlando quando le parole sente,
     Diceva: O Dio, a te mi raccomando;
     Da questo traditore e frodolente
     Io pur non truovo, ovunque i’ mi dilegui,
     Luogo, che ’l traditor non mi persegui.

46 Quando Morgante vede il suo signore,
     Che si doleva, e contro a Gano sbuffa;
     Tanto gli venne sdegno, e pietà al core,
     Che per la gola il corrier tosto ciuffa30,
     Cioè quel che mandava il traditore;
     E nella fonte sott’acqua lo tuffa,
     Calpesta, e pigia, e per ira si sfoga,
     Tanto che tutto lo ’nfragne ed affoga.

47 Orlando disse a quell’altro corriere:
     Io son colui per chi tu se’ mandato;
     Dì a Rinaldo, che in questo sentiere,
     Come tu vedi, il cugino hai trovato:
     Io son Orlando, e poi ch’egli è in piacere
     Di Carlo, vo pel mondo disperato.
     Quando il corrier sentì ch’Orlando è questo,
     Maravigliossi, e inginocchiossi presto.

48 Dimmi a Carlo, diceva ancora Orlando,
     Che si consigli col suo Gano antico;
     Ed io pel mondo vo peregrinando,
     Come s’io fussi qualche suo nimico;
     Digli dove trovato, e come, e quando
     Tu m’hai qui solo, e povero, e mendico31:
     E quel ch’i’ ho fatto, corrier, per costui,
     Credo che ’l sappi ognun, salvo che lui.