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ii prefazione dell'annotatore

ron d’intorno, siccome, fra gli altri, fecero gli autori delle note al Malmantile. E andando più addietro, Platone intessè di esse il lungo dialogo del Cratilo, e gli Stoici dalle origini dei nomi ordivano ogni loro disputa.

In siffatto modo ho io adoperato, perciocchè mi è parso il principal pregio di questo poema essere appunto quel della lingua. Che se il Pulci andò per poetico valore innanzi a coloro che in cotal maniera di componimenti lo avean preceduto, e che altro non avean fatto che informi racconti; e se vantaggiò anche in alcuna parte i contemporanei; non raggiunse per certo quei che vennero dopo lui: il Berni vo’ dire, e l’Ariosto. Perocchè, sebbene tutti attingessero l’argomento dei lor poemi alle sorgenti medesime, cioè ai vecchi romanzi spagnuoli e francesi, non però di meno il Pulci e per forza d’immaginativa e per le altre poetiche virtù d’assai lungo tratto ai due sopraddetti rimasesi addietro. E qui, tornando in acconcio di dover alcuna cosa dire intorno al Poema di lui, piacemi riportare il giudizio di quel profondo ingegno del Foscolo, togliendolo dal suo discorso Sui poemi narrativi e romanzeschi italiani.

« Le forme particolari della poesia romanzesca italiana si possono ridurre a quelle che seguono:

I. La narrazione è di natura complessa; storia si annoda a storia, ed il filo del soggetto principale è sempre interrotto da episodi, introdotti per tenere gli uditori in sospeso, e invitargli a riunirsi ne’ giorni vegnenti per ascoltare la fine. Così, sebbene Morgante sia l’eroe del Pulci, ed Orlando del Boiardo e dell’Ariosto, pure le loro avventure tengono la minor parte de’ poemi, le guerre di Carlomagno hanno il resto; ma sempre interrotte e variate dagli amori e dalle imprese dei cavalieri dell’una e dell altra parte.

II. La religione predomina nei poemi di questa fatta. Mentre il poeta ammassa le assurdità più solenni, s’appella