Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/48


canto secondo. 29

34 E gli parea mill’anni d’appiccare
     La zuffa; e come Orlando così vide,
     Comincia il gran battaglio a scaricare,
     E disse: A questo modo si divide.
     Ma quel demon lo facea disperare;
     Però che i denti digrignava, e ride.
     Morgante il prese alle gavigne21 istretto
     E missel nella tomba a suo dispetto.

35 Come e’ fu drento, gridò: Non serrare,
     Che se tu serri, mai non uscirai.
     Diceva Orlando: Che dobbiam noi fare?
     E’ gli rispose: Tu lo sentirai:
     Convienti quel gigante battezzare,
     Poi a tua posta andar te ne potrai:
     Fallo Cristiano, e come e’ sarà fatto,
     A tuo cammin ne va sicuro e ratto.

36 Se tu mi lasci questa tomba aperta,
     Non vi farò piú noia, o increscimento:
     Ciò ch’io ti dico, abbi per cosa certa.
     Orlando disse: Di ciò son contento,
     Benchè tua villania questo non merta;
     Ma, per partirmi di qui, ci consento:
     Poi tolse l’acqua, e battezò il gigante,
     Ed uscì fuor con Rondello e Morgante.

37 E come e’ fu fuor del palagio uscito,
     Sentì drento alle mura un gran romore,
     Onde e’ si volse, e ’l palagio è sparito:
     Allor conobbe piú certo l’errore:
     Non si rivede nè mura, nè il sito.
     Dicea Morgante: E’ mi darebbe il cuore,
     Che noi potremo or nell’inferno andare,
     E farne tutti i diavoli sbucare;

38 Se si potessi entrar di qualche loco,
     Chè nel mondo è certe buche22, si dice,
     Donde e’ si va, che di fuor gittan fuoco,
     E non so chi v’andò per Euridice23;
     Io stimerei tutt’i diavol poco:
     Noi ne trarremo l’anime infelice,
     E taglierei la coda a quel Minosse24,
     Se come questo ogni diavol fosse.


3