34 E gli parea mill’anni d’appiccare
La zuffa; e come Orlando così vide,
Comincia il gran battaglio a scaricare,
E disse: A questo modo si divide.
Ma quel demon lo facea disperare;
Però che i denti digrignava, e ride.
Morgante il prese alle gavigne21 istretto
E missel nella tomba a suo dispetto.
35 Come e’ fu drento, gridò: Non serrare,
Che se tu serri, mai non uscirai.
Diceva Orlando: Che dobbiam noi fare?
E’ gli rispose: Tu lo sentirai:
Convienti quel gigante battezzare,
Poi a tua posta andar te ne potrai:
Fallo Cristiano, e come e’ sarà fatto,
A tuo cammin ne va sicuro e ratto.
36 Se tu mi lasci questa tomba aperta,
Non vi farò piú noia, o increscimento:
Ciò ch’io ti dico, abbi per cosa certa.
Orlando disse: Di ciò son contento,
Benchè tua villania questo non merta;
Ma, per partirmi di qui, ci consento:
Poi tolse l’acqua, e battezò il gigante,
Ed uscì fuor con Rondello e Morgante.
37 E come e’ fu fuor del palagio uscito,
Sentì drento alle mura un gran romore,
Onde e’ si volse, e ’l palagio è sparito:
Allor conobbe piú certo l’errore:
Non si rivede nè mura, nè il sito.
Dicea Morgante: E’ mi darebbe il cuore,
Che noi potremo or nell’inferno andare,
E farne tutti i diavoli sbucare;
38 Se si potessi entrar di qualche loco,
Chè nel mondo è certe buche22, si dice,
Donde e’ si va, che di fuor gittan fuoco,
E non so chi v’andò per Euridice23;
Io stimerei tutt’i diavol poco:
Noi ne trarremo l’anime infelice,
E taglierei la coda a quel Minosse24,
Se come questo ogni diavol fosse.